Al liceo uno dei compiti per le vacanze era leggere uno o più libri. Leggere Calvino a 15 anni quando vuoi solo leggere fumetti o non leggere per niente. Cosi cresciamo tutti con il pensiero che leggere è un dovere.
La relazione dovevi farla anche senza leggere il libro e allora scopiazzavi qua e là, andavi in un internet point e ti impegnavi almeno una mezza giornata. Io andavo al liceo a cavallo tra la fine di un millennio e l’inizio di un altro. Ancora c’erano le enciclopedie cartacee e il bignami di greco.
Lo stesso che avevo trovato a casa dei miei nonni e a cui un bel giorno, prima di un compito di greco, avevo strappato le pagine una ad una e le avevo infilate nel Rocci per poter sapere da dove veniva un verbo e avere la traduzione semplificata.
Il supplente di 26 anni che stava in classe il giorno del compito se ne accorse e me lo sequestró ridendo per il mio impegno. Ora non so, mi sento vecchia rispetto ad un ragazzo che ha 5 anni meno di me solo perché non è nato negli anni 80. I nati degli anni 90 sono i veri nativi digitali. Non so come sia adesso la scuola.